Con il permesso accordatomi dall’autore, desidero condividere con voi che leggete il “compito a casa” affidato ad un paziente (giunto ad una svolta importante e positiva nel suo percorso terapeutico), la stesura di una lettera compassionevole a se stesso.
Nella Compassion Focused Therapy ritroviamo diversi esercizi e pratiche che hanno come finalità lo sviluppo del proprio Sé compassionevole, e delle qualità che lo caratterizzano: forza e coraggio, capacità di non giudicare (saggezza), desiderio di aiutare e fare del bene.
Scrivere a se stessi una lettera compassionevole può significare mettersi inizialmente nei panni di un amico, o di una “figura compassionevole” che ci scrive, per poi arrivare a lasciar parlare il proprio Sé compassionevole, se questo è sufficientemente sviluppato.
È importante che la lettera contenga e trasmetta al suo destinatario validazione, comprensione e accettazione (evitando la critica o il dispensare consigli/suggerimenti).
Ecco la lettera compassionevole di Fabio:
“Ciao Fabio.
So che hai passato e forse passerai ancora dei momenti molto bui. Più che momenti periodi, pezzi di vita.
Nonostante ciò non devi mai credere di avere minimamente colpa di tutto ciò.
Le cose, sia belle che brutte, accadono, e noi non possiamo farci nulla.
Spesso sei troppo severo con te stesso, colpevolizzandoti per colpe che non hai.
Non hai mai scelto tu di avere il DOC. La cosa che più conta è avere sempre la forza per contrastarlo e andare avanti con la tua vita.
Hai già dimostrato più volte di potercela fare: sei più forte di quanto credi.
Non perdere mai la speranza. Ho in te profonda fiducia, rispetto e ti stimo.
Ti voglio bene.”
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