martedì 26 maggio 2020

Il potere silenzioso degli introversi


Sono un'introversa, e lo adoro.

E non solo... Gli introversi sono ovunque, e il nostro approccio tranquillo alla vita, il nostro bisogno di tempo solitario, non è un difetto: è un dono.

Ma in quanto introversi, non è sempre così semplice rendersi conto di quanto siamo meravigliosi. Il mondo sembra un luogo in cui sono gli estroversi ad essere premiati, dove chi fa più rumore viene scambiato per una persona sicura di sé e felice; dove tutti hanno qualcosa da dire, ma nessuno ascolta.

Un mondo fatto di open space, di feste in rete, e grandi personalità.
Per coloro che parlano piano, è facile sentirsi esclusi.

Da bambina, mi confondevo con lo sfondo. Molti pensavano che avessi poco da dire o che non mi piacessero gli altri. Ma questo non era vero. Spesso le persone pensano che gli introversi siano timidi, o asociali. Ma queste sono idee sbagliate. Gli introversi, come chiunque, possono provare del divertimento nello stare con gli altri; ma mentre questo accende ancora di più gli estroversi, dopo un po' gli introversi sentono la necessità di ricaricarsi, lontano da tutti.

C'è una teoria scientifica che spiega questo fenomeno.

Esistono due importanti sostanze chimiche, presenti in tutti nostri cervelli: la dopamina e l'acetilcolina. La dopamina fornisce una "botta" di energia (che ci arriva per esempio quando ci assumiamo dei rischi o incontriamo persone nuove) che fa sentire alla grande gli estroversi. Ma gli introversi sono molto più sensibili alla dopamina, e vengono rapidamente iperstimolati da essa. Ecco perché noi, che apparteniamo a questa categoria, preferiamo sperimentare le sensazioni più "lente" che il nostro cervello ci regala quando rilascia acetilcolina. Questo accade quando ci concentriamo, leggiamo o utilizziamo la nostra mente per focalizzarci su qualcosa: ci sentiamo introversi rilassati, vigili e contenti. Lo stesso effetto viene avvertito appena dagli estroversi.

Naturalmente, come in ogni cosa, è come se ci trovassimo su una scala mobile: possiamo trovarci ad un estremo oppure all'altro, o anche nel mezzo: è la condizione dei cosiddetti ambiversi.

Ora che mi comprendo meglio, mi sento profondamente grata per come sono. Invece di cercare di riempire lo spazio con le chiacchiere, ascolto pazientemente; questo dà ancora più importanza alle mie parole. Ho pochi amici, ma la nostra connessione è profonda. Adoro passare del tempo da sola: è lì che il caos della giornata può finalmente calmarsi. Posso riflettere e ascoltare i miei pensieri, e alla fine riconnettermi con me stessa... Solo dopo sono pronta a condividere di nuovo con il mondo.

Ho imparato delle strategie per trovarmi più a mio agio nel nostro mondo rumoroso: dall'uso della musica per creare "bolle" di pace, al rifugiarmi in un parco tranquillo all'ora di pranzo. Adoro l'intensità e la bellezza caotica del mondo, ma è negli spazi tranquilli che mi sento veramente a casa.

Se l'introversione fosse maggiormente apprezzata dalla società, potrebbe fare una grande differenza per il futuro di noi tutti. Le qualità uniche degli introversi rappresentano davvero una forza profonda e silenziosa e, come dice Gandhi, "In maniera gentile puoi scuotere il mondo".


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