Gli
studi sul concetto di assertività
si sono inizialmente sviluppati (a partire dalla fine degli anni '40 del secolo
scorso) negli Stati Uniti e più in generale nei paesi anglosassoni, ovvero in
contesti culturali contraddistinti dal pragmatismo e dall'orientamento al
risultato; in Italia, paese dalle radici umanistiche e di ben diversa
tradizione, il tema ha incontrato una certa resistenza per diverso tempo e
soltanto negli ultimi anni ha iniziato ad essere investito d'interesse,
trovando poi peraltro largo utilizzo in particolare nell'ambito della
formazione aziendale e della comunicazione.
Esaminiamo
le possibili definizioni del termine "assertività":
Quali
sono le differenze tra un soggetto assertivo ed uno che non lo è? Cominciamo
con l'imparare a conoscere e... riconoscere i diversi stili comunicativi
utilizzati dalle persone:
-Stile/atteggiamento
aggressivo
Non modifica le sue
opinioni
Non ascolta gli
altri, anzi li interrompe spesso mentre parlano
Non chiede
"scusa" se commette un errore e non ammette la possibilità di essere
nel torto
Vuole che gli altri
si comportino come lui desidera
Pensa che gli altri
siano meno capaci/efficienti ed abbiano bisogno di forti sollecitazioni
Giudica gli altri e
li critica
Colpevolizza ed
inferiorizza gli altri
-Stile/atteggiamento
passivo
Ha difficoltà a fare
e rifiutare richieste
Dipende dal giudizio
altrui
Teme spesso di
sbagliare, non si sente all'altezza
Si sacrifica più di
quanto gli viene richiesto e non si sente gratificato
Ritiene che gli altri
siano migliori di lui
Si sente in colpa se
occasionalmente reagisce in modo aggressivo con qualcuno
Si sente a disagio
con le persone che non conosce bene
-Stile/atteggiamento
assertivo
E' capace di
comunicare le proprie emozioni e i propri stati d'animo
Non si lascia
manipolare dagli altri
Non giudica e non
inferiorizza
Ascolta gli altri, ma
sa dire di no e assumersi la responsabilità delle sue decisioni
Ricerca la
collaborazione altrui
Riconosce i propri
errori ed è disponibile a cambiare opinione
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