Perché
si tradisce? Esistono diversi tipi di tradimento? Come reagiamo di solito e
come possiamo comportarci, quando ci ritroviamo coinvolti in una situazione
come questa? Proviamo ad esaminare, una per volta, le questioni che ci poniamo
più di frequente rispetto al tema dell'infedeltà.
Esistono
in effetti dei veri e propri traditori "seriali": generalmente
si tratta di persone caratterizzate da un'insicurezza di fondo, che cercano
nella conquista principalmente la conferma della propria capacità di attrarre,
o della propria virilità/femminilità. Questi soggetti tendono a ripetere ogni
volta lo stesso copione, ricercando spesso un partner che appartiene ad una
"tipologia" abbastanza precisa (possiamo ritrovare alcune
caratteristiche che sono sempre presenti) e sul quale in realtà non investono
dal punto di vista affettivo, ma che utilizzano come fosse uno specchio in
grado di rinforzare un'immagine positiva di sé. Sovente queste relazioni sono
vissute con un senso di noia e distacco, ma esaurita una se ne inaugura
poi un'altra, che segue più o meno sempre lo stesso iter, senza uscire dallo
schema.
-Cosa c'è alla base del tradimento?
Senza
voler ricadere in generalizzazioni eccessive (certi fenomeni sono significativi
dal punto di vista statistico, ma ciò non vuol dire che riguardino al 100% una
determinata categoria di persone), possiamo affermare che nella gran
maggioranza dei casi, quando parliamo di individui di genere maschile, amore e
desiderio tendono a viaggiare su percorsi distinti, motivo per cui diventa
possibile -senza che ciò sia sempre facile- portare avanti parallelamente il
rapporto con la moglie/la compagna (amore) e quello con l'amante (desiderio).
Le donne, al contrario, sono più portate a fondere i due aspetti, e dunque ad
iniziare un nuovo rapporto perché si sentono innamorate: per questo, più di
frequente rispetto agli uomini, hanno difficoltà a vivere relazioni parallele,
e di solito portano rapidamente al punto di rottura il matrimonio/fidanzamento
prima di investire stabilmente e completamente nella nuova relazione.
Se poi è vero un po' per tutti che,
spesso, il tradimento rappresenta un modo per ricercare gratificazioni che il
rapporto di coppia non dà più (a livello erotico, di complicità e affinità, di
interessi e obiettivi), esistono altre differenze tra uomini e donne: i
primi in genere hanno una maggiore tendenza a portare avanti relazioni
parallele anche perché, provvedendo alle esigenze della famiglia/della compagna
"ufficiale", riescono a mantenere una buona immagine di sé come
buoni mariti/padri, ecc., e questo "adempimento del dovere"
conserva l'equilibrio (sull'altro piatto della bilancia c'è il senso di colpa
per il tradimento, per il patto infranto, ma anche per ciò che si percepisce di
"togliere" prendendosi un proprio spazio). Alcuni uomini, tra
l'altro, pur amando molto la propria moglie/compagna sono spaventati
dall'intensità del sentimento perché hanno la convinzione di fondo che questo
possa renderli vulnerabili: il tradimento diventa, per questi soggetti, un modo
per mantenere una "distanza di sicurezza" e mettersi al riparo
rispetto a possibili sofferenze.
Un
fattore che più spesso ritroviamo, invece, alla base dell'infedeltà vissuta
dalle donne (anche se, come sopra, non possiamo fare distinzioni troppo nette)
è la tendenza a ricercare un partner non tanto -come, idealmente, dovrebbe
essere- perché lo si ritenga una persona interessante di per sé, o perché si
percepisca che possa aggiungere
qualcosa alla propria vita, ma perché nell'altro si cerca chi possa colmare un vuoto che si ha
dentro di sé, ovvero chi possa fornire una compensazione per ciò che
generalmente è mancato nei primi anni della propria vita (sicurezza, senso di
protezione, comprensione, tenerezza, ecc.) e di cui si sente ancora la carenza.
-Ma cosa significa, realmente, "tradire"?
Quando si tradisce?
Nulla
è più soggettivo dello stabilire dove inizi il tradimento, se con il desiderare
un'altra persona soltanto a livello mentale o con il vero e proprio passaggio "all'azione".
In realtà molto spesso il metro è fissato, in questo caso, dal livello di
sofferenza del partner che subisce l'infedeltà: il dolore per un tradimento
anche solo "pensato" può essere enorme, ed anche in questo caso vi è
una notevole differenza tra uomini e donne. I primi tendono a patire in
particolare (a considerare un "vero" tradimento) l'infedeltà agita,
mentre le donne attribuiscono maggiore importanza al desiderio vissuto anche
solo in fantasia.
Un
altro elemento decisivo è la fedeltà... verso se stessi ed il proprio concetto
di libertà: ci sono casi, infatti, in cui il rimanere nella coppia è una
scelta che corrisponde effettivamente alla propria visione dell'amore e del
rapporto di coppia; in altri casi, ci si autoimpone la fedeltà a dispetto delle
proprie inclinazioni, per soddisfare le aspettative degli altri, per coerenza
con il percorso intrapreso fino a quel momento, per... evitare i rischi che
potrebbero derivare dalla scoperta del tradimento e dalla perdita dei propri
punti di riferimento. In questo senso, possiamo dire che chi rimane legato al
partner in modo forzato, anche senza tradirlo, tradisce di fatto se stesso.
-Cosa fare quando c'è un tradimento?
A
volte l'infedeltà può essere il tentativo estremo di uscire da una situazione
di stallo, da un rapporto insoddisfacente, un modo per portare alla luce
ciò che non si riesce a risolvere. Chi tradisce, peraltro, spesso avverte
fortemente il senso di colpa e (come se desiderasse in qualche modo essere
punito) si fa facilmente scoprire, lasciando che il partner intercetti messaggi
sul telefonino, fotografie, ricevute ed altro ancora. La persona tradita può
reagire in vari modi, a volte tentando di vendicarsi, restituendo come si dice
"pan per focaccia" (soluzione che in genere aumenta il senso d'amarezza
e non sana la ferita subita dall'autostima) oppure deprimendosi e chiudendosi.
Queste due possibilità aprono entrambe scenari negativi, ma danno quantomeno
modo di manifestare il proprio dolore; estremamente deleterio è invece il "far
finta di niente", il fingere che nulla sia accaduto e passare il
fatto sotto silenzio, ancor di più se consideriamo che la via più costruttiva
per la coppia è il saper prendere atto che il tradimento segna un momento di
crisi, il quale può essere colto positivamente per rivedere le aspettative che
si hanno verso il partner ed il rapporto, per stabilire nuovi confini, imparare
ad incontrarsi su piani diversi.
Questo
richiede naturalmente un lavoro molto intenso e faticoso, che può essere
intrapreso a condizione che l'altra persona sia sempre quella che si vuole al
proprio fianco, e che ci si renda disponibili a modificare qualcosa nel proprio
modo di rapportarsi ad una relazione che di fatto si è già modificata rispetto
a quando è iniziata. L'esito di questo percorso dipende in effetti da quanto i
partners siano disposti a mettersi in discussione, da quanto siano in grado di comprendere
le criticità del rapporto e spendere energie nel cambiamento, da quanto
desiderino ancora condividere lo stesso progetto di vita.
A
volte infatti si arriva a capire di aver scelto già da tempo percorsi diversi,
e allora la rottura del rapporto può rappresentare, alla fine, la scelta più
matura e positiva per entrambi; in altre situazioni, si tratta soprattutto di
riaprire un canale di comunicazione e chiarire che le difficoltà del momento
(lavoro, figli, malattie, ecc.), che pure creano una distanza difficile da
ridurre, un "vuoto" nella coppia (proprio il vuoto che,
nella fase più critica, viene colmato con un'altra relazione), non sono
necessariamente da interpretare come il segno che il sentimento sia diminuito,
ma come una sfida ad aprirsi ancora di più all'altro e condividere nuovi spazi,
per crescere ulteriormente e maturare insieme.
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