La maggior parte di noi, di solito, si fida del
proprio giudizio sulle cose, sulle persone e sulle situazioni; molti di noi
saranno probabilmente convinti di essere anche dei buoni osservatori, di avere
un certo talento nell'inquadrare rapidamente un'esperienza. Alcuni penseranno
addirittura di essere in grado di cogliere le più sottili sfumature di
un'espressione, di un atteggiamento, i dettagli meno evidenti di un evento.
Il più delle volte, però, ci sbagliamo, in tutto o in
parte. Tendiamo ad elaborare queste operazioni mentali in modo del tutto
automatico, compiendo nell'immediato confronti e classificazioni con ciò che
già conosciamo, ed attribuendo giudizi -non raramente categorici- a ciò che si
presenta alla nostra attenzione. Spesso, nello stesso momento, il nostro
cervello porta avanti in parallelo molteplici processi di questo genere,
utilizzando una grande quantità di energia; questo ha purtroppo come
conseguenza la diminuzione della nostra capacità di essere realmente presenti
nella situazione che stiamo vivendo, e quindi di affrontare la stessa
situazione nel modo più appropriato.
La buona notizia è che possiamo allenarci, in ogni
momento della giornata, a rendere più efficace la nostra capacità di
osservare, di cogliere le cose nella loro interezza e di compiere poi scelte ed
azioni adeguate. Forse a molti sembrerà scontato che si possa essere in grado
di osservare senza giudicare, mentre si tratta di un'abilità che davvero non
siamo più così abituati ad utilizzare. Proviamo dunque a vedere cosa succede
con due esercizi:
Attenzione a distinguere correttamente le osservazioni
dai giudizi
Proviamo ad indicare se le frasi seguenti possono
rappresentare delle osservazioni (O) oppure dei giudizi (G):
(le risposte sono al fondo dell'articolo)
- La tua amica non mi trova affatto simpatica.
- Sono troppo magra.
- Il tuo cane è davvero aggressivo.
- Sabato ho incrociato Francesca e non mi ha salutato.
- Quando ho sentito quella moto avvicinarsi velocemente, il mio cuore ha iniziato a battere rapidamente.
- Giorgio pesa 85 chili.
- Sono stato un disastro nel presentare quel mio lavoro.
Attenzione alla nostra tendenza automatica a giudicare
Ora che ci siamo concentrati per un po' sul
distinguere le osservazioni dai giudizi, proviamo a metterci davanti ad uno
specchio e ad osservare con calma il nostro viso, prendendoci il tempo che ci
occorre e sforzandoci di descriverlo nella maniera più oggettiva possibile. Ci
accorgeremo che non è affatto semplice utilizzare delle definizioni prive di
qualche forma di giudizio, positivo o negativo che sia: non lo è nemmeno quando
osserviamo noi stessi, in effetti, anche se forse crediamo di conoscerci meglio
di chiunque altro e di essere, in questo caso, assolutamente oggettivi.
Esploriamo ogni dettaglio non solo con la vista ma
eventualmente anche con il tatto, come se fossimo dei viaggiatori che stanno
visitando per la prima volta un territorio sconosciuto. Soffermiamoci su ogni
particolare e poi di nuovo sull'insieme, proviamo a spostare più volte il
nostro punto di vista per cogliere aspetti non subito evidenti, per fare
attenzione a ciò che cambia. Annotiamo ciascuno dei giudizi che abbiamo
formulato e proviamo a trasformarlo in una semplice descrizione, in
un'osservazione: notiamo la differenza tra la forma iniziale della frase e
quella finale. Possiamo compiere lo stesso tipo di esercizio, in realtà, ogni
volta che ci accorgiamo di aver formulato un giudizio, e possiamo fare la
stessa cosa con quelli che sentiamo come giudizi degli altri nei nostri
confronti: soffermarci ad osservare le cose "così come sono" è un
ottimo modo per coltivare la nostra consapevolezza e per interrompere quegli
automatismi che molto spesso ci portano nella direzione sbagliata.
Risposte all'esercizio "attenzione a distinguere
correttamente le osservazioni dai giudizi":
1-G; 2-G; 3-G; 4-O; 5-O; 6-O; 7-G
Bibliografia:
Ilios Kotson (2014) Quaderno d'esercizi di
mindfulness, Milano, Vallardi
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